Non è quello che io vorrei.
La fragilità che è in noi, che si presenta in varie occasioni della vita, non vuol dire incapacità, suscettibilità, negligenza, colpa. Viceversa, nelle persone fragili ho trovato sempre capacità, skill, sensibilità e tanta gentilezza.
Nelle persone “fragili” si sviluppa l’intuizione, la capacità di immedesimarsi negli stati d’animo e nelle emozioni degli altri. Nellamaggioranza prevale il senso della dignità e non dell’indifferenza.
Se di responsabilità possiamo parlare, la troviamo nell’eccessivo orgoglio genitoriale o in quell’istinto dei padri e delle madri chevedono la possibilità di realizzare ciò che a loro non è stato possibile, attraverso i figli.
Nasce così un amorevole e continuo processo educativo che però non permette di vedere la reale natura del proprio figlio e fa sì che spessola loro azione educativa sia più un ostacolo che un effettivo e idoneo aiuto alla crescita.
Ce lo insegna la pedagogia com’è difficile convincere l’adulto genitore ad un atteggiamento di passività nei confronti del figlio peraiutarlo a sviluppare la propria intelligenza attraverso le necessità che manifesta.
Si cresce così con l’idea che ci vogliono perfetti. Però anche se dalla nostra società ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilitàviene schernita, essere fragili, “fragili perfetti”, diventa un valore aggiunto di cui essere fieri.
La consapevolezza, inoltre, offrirà all’individuo la capacità di percepire la propria fragilità come risorsa e trarne la forza perutilizzarla e, nello stesso tempo, superarla.
Servizio Psicologia, Psicoterapia, Sessuologia, online e in studio.
– E. Bogna, “La fragilità che è in noi” – Einaudi
– A. D’Avena, “L’arte di essere fragili”
– Giacomo Leopardi, Op. Va.e
– State of Mind